Per il quarto appuntamento del format “Affittasi/Vendesi”, che stavolta si sposta al quartiere Flaminio, in una casa in vendita in Via Fracassini, Arteealtro ha accolto con piacere la proposta del Forum Austriaco di Cultura di presentare i lavori di Lukas Zallinger – nato in Germania nel 1974 ma da sempre residente in Austria.
Una scelta dettata dal desiderio di collaborare con un istituto di cultura straniero attivo in modo istituzionale nel nostro paese, che coincide con la voglia di affacciarmi all’estero per instaurare rapporti con nuovi artisti e con nuove realtà, nella prospettiva di una sinergia con il format e con gli artisti da me rappresentati.
In occasione di questa sua prima personale italiana, Lukas Zallinger presenterà una serie di acrilici su tela realizzati negli ultimi anni, in cui il linguaggio, a cavallo tra l’astrazione e la figurazione, è memore della sua grande passione per l’artista afro-americano Basquiat.
Opere di varie dimensioni dai cui fondi, scuri o colorati, emergono multicolori figure, tra l’animale e l’umano, e in cui compaiono scritte, in inglese o francese, che ricordano il linguaggio dei fumetti e l’apparante nonsense, proprio del flusso di coscienza.
Con questi lavori Zallinger intende significare la straordinarietà dello strumento pittorico quale mezzo per poter palesare le polarità e contraddizioni dell’essere umano: dalla sua innata e assoluta bellezza, alla sua sconvolgente e mostruosa bestialità.
Oltre alle tele, l’artista presenterà una serie di piccoli disegni multicolori, ispirati agli stessi temi e figurazioni dei quadri, e alcuni brevi video che saranno proiettati in loop sulla parete di una delle stanze dell’appartamento, in cui alcuni strani personaggi, che sembrano essere usciti dalle sue tele, compiono azioni, a mo’ di rituali, ambientate in situazioni diverse.
Artista che spazia dalla passione per la pittura, a quella per il cinema, la musica e la letteratura, Lukas Zallinger non ha mai frequentato l’Accademia di Belle Arti ma dipinge da quando era bambino. Pienamente consapevole delle proprie “fonti” e dei propri intenti, dipinge semplicemente perché non potrebbe fare altrimenti, senza interessarsi più di tanto a partecipare a mostre o cercare una galleria, come attesta il suo esiguo curriculum, nonostante non sia ai suoi primi passi nel mondo dell’arte.
Guardando la prima volta i suoi lavori in fotografia ho intuito che dietro poteva esserci una storia interessante, altra, e che valeva forse la pena andare a Vienna per vedere di che si trattava.
Appena messo piede nello studio di Lukas Zallinger ho immediatamente capito di aver fatto bene a fare quel viaggio.
Elisabetta Giovagnoni