Cara Betta,
sono felice di compartire di nuovo quel filo che mi avevi lasciato un pò tra le mani e che io ho portato in giro, ho perso.. allungato, condiviso con altri, tenuto in salvo. Il nostro ultimo lavoro insieme, un avventura!, è stato a Bologna, all’arte Fiera del 2006. Avevi fatto un coraggioso stand riunendo autori tra noi diversi per visioni e metodi di indagine. Il risultato era ricco e difficile e, in un luogo di mercato e di mercanti, non convinse la libertà che ti eri presa di non sostenere una sola linea, ma di tenere fili diversi in una stessa mano .. ..
In quell’occasione scegliemmo di esporre i miei primi Cieli di bosco che, in quell’inverno, erano lividi di freddo (mi ero appena trasferito a Milano) e di paura (il bosco come metafora dei pericoli del vivere). Poi, piano piano, la primavera è tornata, dentro e fuori. Il cuore si è scaldato. Nel bosco è entrata più luce e i miei cieli sono stati i soggetti di tre personali e di altre mostre meno monotematiche. Il contrappasso (ancora in atto) è dalla natura alla cultura. Sono tornato in Città, nelle città! In quelle in cui ho vissuto e in quelle in cui vivrei e, per raccontarle, ho scelto gli Eroi locali, quelli dei monumenti: vite del passato elette ad esempio per il futuro : materializzazione tridimensionale di quello che Jung definisce inconscio collettivo. Ma attorno ai monumenti aleggia oggi, come il vento nel bosco, un sentimento sottile di passato remoto, ora gli esempi sono dietro, davanti, a gli schermi. Gli Eroi nascono e muoiono nei tempi brevi che la cultura del consumismo, ritma. E questo rappresenta per me un motivo in più per andare a fotografarli, catalogarli, leggerli nei loro dettagli. Per questa nostra piccola, stravagante, mostra ho scelto un materiale che con il tuo filo, potessi facilmente attraversare per raggiungerci. Sono carte che vengono dai miei cassetti, restate, sedimentate, che però mi pare -io spero- non si siano perse di significato, non abbiano smesso di parlarti.
Luigi
Milano, 11 gennaio 2014